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CANONE CONCORDATO

Il contratto di locazione a canone concordato è la formula più conveniente di affitto da quando l’equo canone è andato in disuso. Questa formula, per essere ritenuta legale, deve avere alcuni requisiti precisi: una durata precisa, rispondere a definiti parametri di rinnovo e altri requisiti specifici. L’importo di questo canone varia ovviamente in base al tipo di abitazione e alla zona in cui si trova.
L’affitto concordato è caratterizzato da un canone calmierato, ovvero fissato e definito dalla legge, quindi decisamente diverso e vantaggioso rispetto al canone libero, che invece segue le variazioni del mercato e le decisioni dei singoli proprietari.
Il prezzo massimo di affitto mensile delle abitazioni con questa formula di affitto, vengono stabilite da precisi accordi territoriali stretti fra le organizzazioni dei proprietari e quelle degli inquilini con i vari comuni.
CARATTERISTICHE
Il contratto con canone concordato può essere adottato per contratti di locazione a uso abitativo, ad uso transitorio e per i contratti per gli studenti universitari, quindi interessano gli immobili di privati che vengono messi a disposizione di altri privati, studenti o organizzazioni cooperative ed enti, quando non c’è scopo di lucro. Il valore dell’affitto viene stabilito dalla normativa per ogni genere di casa e per ogni quartiere di competenza, definendo per ogni caso un canone minimo e uno massimo.
Il prezzo comunque è sostanzialmente minore rispetto a quello del mercato libero, a fronte di una durata inferiore. In particolare, un affitto concordato deve avere una durata di 3 + 2 (o 3) anni per le abitazioni comuni, 6 mesi – 3 anni per gli universitari e ad  1 a 18 mesi per i contratti transitori.
Le rate di questo canone sono mensili e vanno pagate anticipatamente, come nella formula di affitto tradizionale.
VANTAGGI
​SENZA CEDOLARE SECCA
  • i locatari possono usufruire di detrazioni fiscali ai fini Irpef quando la casa è residenza principale, quindi l’imponibile che va dichiarato è del 66,5%, anziché del 85% ordinario;
 
  • l’imposta di registrazione, normalmente versata al 50% dal proprietario e al 50% dall’affittuario, ammonta al 1,4% annuo sul valore del canone invece che al 2%.
 
  • Con il canone concordato, se si tratta di seconde case, alcuni comuni possono decidere di fissare aliquote per l’Ici inferiori, portandole per esempio dal 7-10 per mille al 4. Questo però è variabile da comune a comune.
​CON CEDOLARE SECCA
 
  • nel caso in cui si scelga l’opzione della cedolare secca, invece dell’Irpef sul 730, sia proprietari che affittuari pagano un aliquota unica al 10%, invece che al 21% come quella dei canoni liberi;
  • Con il canone concordato se si tratta di seconde case, si ha l risparmio del 25% sull’IMU  e sulla TASI
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